L'Europa e l'occidente - Lettera a Bruno Tabacci già Presidente della Regione Lombardia





Caro Tabacci constato con grande piacere una comune valutazione sulla vicenda europea, la qualcosa mi onora e mi spinge a fare con te alcune valutazioni:

1) l'Europa ha caratteristiche oggi confederali nel senso che deve agire all'unanimità, un solo dissenso compromette l'azione. Questo l'avvicina di più alla concezione della destra e in particolare della Sig.ra Meloni che non a quella delle forze democratiche. E' dunque necessario per l'Europa, per la sua capacità di essere una forza politicamente efficiente, di costruire al suo interno una realtà alternativa che non sia subordinata ai 20 e più paesi che la compongono.

2) la Francia e l'Italia hanno già trovato del tutto recentemente, un'intesa operativa che si appresta a coinvolgere anche la Spagna e quanti altri vorranno farne parte tenendo presente nuove norme soprattutto nella direzione di sviluppare energia alternativa in forme nuove e creative come per esempio il settore dell'energia nucleare.

3) la Germania, finito il periodo della Sig.ra Merkel, periodo certamente importante per la storia d'Europa ma collegato a una politica autonoma tedesca indirizzata alla loro attività di export-import sopratutto in direzione della Cina con vantaggi derivati anche per l'Europa ma non in autonomia.
In un recente articolo sul Sole 24 Ore Giorgio la Malfa ha messo in evidenza come le regioni europee (in particolare quella italiana) siano negli ultimi 30 anni degradate e abbiano perso posizioni in particolare la Lombardia per esempio e il Piemonte.

4) si tratta oggi, anche con l'aiuto della Spagna e del Portogallo, di penetrare nel Mediterraneo e coinvolgere quote africane oggi abbandonate a l'export cinese. L'Europa ha la sua grande forza non nelle materie prime, non nel numero dei suoi abitanti ma della sua storia e della sua cultura che possono essere al centro della società occidentale come lo sono sempre stati.

Parto da queste brevi considerazioni caro amico Tabacci per iniziare un dibattito sul futuro d'Europa tenendo conto delle nostre posizioni culturali e del nostro retroterra politico cercando di superare lo step nella quale si trova la nostra società occidentale.

Un caro saluto,

G. Properzj

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