Un amico e un grande uomo

 


Sempre difficile parlare, dopo la scomparsa, di una persona che si è conosciuta bene e con cui si è avuto idee comuni: così è di Carlo Tognoli che tutti ricordiamo con simpatia indipendentemente dalla posizione politica.
Ho mantenuto un rapporto con lui fino alla malattia che poi l'ha portato alla morte.
Ci si aggirava nel centro ed era incredibile come dopo trent'anni e più da quando era stato sindaco venisse ancora riconosciuto e salutato con affetto
.

La sua popolarità era enorme anche perché enorme era la quantità di iniziative e fatti che nel decennato della sua candidatura si erano realizzati senza bisogno di conferenze stampa e di promesse. Ricordo che quando costituimmo il Comitato per la Città con le maggiori associazioni ambientaliste trovammo facile la strada presso di lui per arrivare a quella prima chiusura del centro fatta in modo radicale e corretto che permetteva, fino alle 12.00, una cerchia dei navigli senza traffico e percorsa solo da mezzi pubblici speciali (piccoli pullman tutti allegramente decorati di pubblicità) e lasciava solo a partire da mezzogiorno la piena libertà di accesso. Era il seguito di un referendum in cui più del 70% dei milanesi si era dichiarato favorevole. Non bastò: quando Tognoli finì il suo mandato e andò a Roma l'ACI e i commercianti riuscirono a far abolire tutto. Oggi naturalmente non c'è chi non sia favorevole alla chiusura del centro.
Così il gas preso in mano dal Comune attraverso l'AEM che è riuscito solo parzialmente attraverso una lunga battaglia a diminuire l'inquinamento da gasolio per riscaldamento.

Molte altre iniziative prese con intelligenza e volontà, enunciandole quando erano state fatte, hanno caratterizzato quel non lungo periodo di buona amministrazione che i milanesi ricordano ancora e la storia della città dovrà registrarlo.
Ma per me, vecchio e stanco, prevale il ricordo di un amico gentile, intelligente e affezionato. Quell'immagine, si sovrappone sulle altre ricordandolo ancora giovanissimo con la sua Idea che non ha mai cambiato di una virgola fermo su di essa come sulle amicizie.

Peraltro, mi viene da scrivere come milanese, parafrasando Carducci: "quanto debito per l'avvenire".




N. ord. 17

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