Ma l'ambiente chi lo fa?

 



Grande risalto hanno avuto in questi giorni le riunioni internazionali dei più importanti Paesi del mondo sul problema del Clima e del "tentativo" di frenare il degrado dell'ambiente nel nostro pianeta.

Purtroppo due grandi protagonisti, la Cina e la Russia, mancavano all'appello e non si può tacere che questo fatto comprometta, perlomeno in parte, l'iniziativa volenterosa degli altri Paesi e in particolare dell'Europa.
Questo blog è da sempre intestato "ai vecchi" perché abbiamo poca fiducia nei giovani a differenza delle dichiarazioni che vengono fatte con grande generosità ovunque: i giovani, che hanno la virtù inimitabile di essere giovani, non hanno esperienza né, spesso, preparazione e quindi si lasciano trascinare in manifestazioni che poi alla fine non si capisce quale risultato, se non propagandistico, possano avere.

La Sig.na Greta Thunberg, per esempio parlando della Germania, non si rende conto che quasi un terzo della produzione energetica tedesca deriva dal carbone e ci vorranno come minimo 10 anni di buona volontà teutonica per modificare l'apparato produttivo salvo che le lobby carbonifere non staranno con le mani in mano durante tutto questo periodo e già si parla di un carbone "liquefatto", mescolato con l'acqua che evaporerebbe lasciando bruciare solo la polvere di carbone con minori effetti inquinanti. 

Naturalmente noi respireremmo tutta questa aria anche perché i sindacati tedeschi hanno necessità di mantenere l'occupazione dei minatori e il carbone importato dalla Polonia avrà un costo sempre più basso ma, il gas, che è quasi inquinante quanto il carbone, proveniente dalla Russia serve per comperare le Volkswagen e le Mercedes che con bella triangolazione vanno anche la Cina.

Nel frattempo le piccole aziende italiane accontentandosi di modesti guadagni producono pezzi di macchinari per la Germania che alimentano le nostre esportazioni: insomma enormi interessi economici rappresentano difficoltà quasi insuperabili nel mondo occidentale fondato sul commercio e la produttività per arrivare a risultati soddisfacenti nel campo delle condizioni climatiche.

Non c'è che da sperare nel sole infatti gli astronomi prevedono in un futuro non tanto lontano delle macchie solari e dunque una diminuzione del calore del sole.

D'altra parte il problema energetico è il problema di fondo per lo sviluppo e la sopravvivenza del nostro pianeta che continua ad aumentare la sua popolazione. Noi su questo problema abbiamo delle idee anche riprese dalle più recenti pubblicazioni scientifiche sapendo che anche lì le lobby esercitano una grande influenza: noi crediamo, per esempio, che sia stata trascurata la produzione energetica con sistemi nucleari come, per esempio, non avviene in Francia e si comincia a rivalutarla in altri paesi. Inoltre si sono abbandonati gli studi relativi a materiali che possano servire di contenimento dell'energia perché gran parte dell'energia prodotta si disperde e va perduta e d'altronde in natura un'enorme carica energetica non viene assolutamente sfruttata dall'uomo. 

Ce ne occuperemo ancora nel nostro blog perché si tratta di un problema prima di tutto politico che si connette all'esistenza della nostra Europa la quale può sopravvivere solamente se riesce a trovare un equilibrio energetico che sfrutti le sue capacità culturali rispetto al resto del pianeta.

La Francia guida un piccolo numero, per ora, di Paesi che vogliono riscoprire l'energia nucleare, il nucleare sicuro. L'Italia è naturalmente in fondo a questa lista di Paesi ancorché in tempi lontani era stata la prima a mobilitarsi in questo piano poi, c'è chi ricorda, il presidente Saragat riusci a costruire una serie di scandaletti che eliminarono l'Italia dai Paesi avanzati dal punto di vista atomico. 

La Germania segue questo esempio anche perché, come si è detto, ha ragioni commerciali che la spingono a un rapporto con i Paesi dell'est per le materie prime. Naturalmente si potrebbe continuare, lo faremo perché intorno a questa politica ambientale c'è molta ipocrisia e interessi non sempre né coerenti né logici e la vita politica italiana, a partire dai grandi partiti di sinistra, li trascura completamente nel nome di una demagogia di tipo giovanilistico.

Ad maiora.

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