Tornare al nucleare? Forse sì.

 


La vera difficoltà dei Paesi riuniti a Glasgow in Scozia per dibattere sui problemi del clima sta nel fatto che nessuno, soprattutto dei Paesi più sviluppati, vuole rinunciare alle proprie "comodità" tenuto conto anche della reazione dell'opinione pubblica visto cosa sta succedendo per la Green Card: il ribellismo borghese come gioco delle generazioni più giovani si sta diffondendo nelle società occidentali e impaurisce i timidi politici democratici.

Il problema di fondo dunque è quello dell'"energia" nel senso che senza l'energia non è possibile far sopravvivere il sistema tecnologico nel quale sempre più viviamo immersi. Poiché l'energia in massima parte oggi è originata dalla combustione di materie fossili l'inquinamento del clima sembrerebbe automatico.
Dietro a tutto questo ci sono grandi interessi e formidabili pigrizie scientifiche perché è più facile estrarre metano o carbone che non studiare o produrre energia da altre fonti. I Paesi che non hanno risorse naturali sono sostanzialmente ricattati da quelli che le hanno e che li costringono a utilizzarle sfruttando l'enorme gap che potrebbe esserci, e che a Glasgow si è potuto verificare, tra la necessità di modificare le tecniche di produzione energetica e la domanda energetica stessa.

Occorre dire agli anti nuclearisti, il nucleare è l'unico sistema di produzione energetica che può garantire grosse produzioni a basso inquinamento, che hanno sbagliato e occorre ricuperare su questo settore. In Europa quasi il 12 % della produzione elettrica è già di origine nucleare, l'area dei Paesi aperti al nuclearismo si sta allargando e capolista è la Francia che da 40 anni produce energia elettrica con sistemi nucleari. Si tratterebbe con questi Paesi di costituire una "situazione", come c'è già stato all'inizio della Comunità per il carbone e per l'acciaio, che europeizzasse questo processo con impianti comuni a tutti i Paesi che aderiscono rimborsando eventualmente la Francia degli investimenti già fatti.

Sembrerebbe, su questa ipotesi politica, che non averemo per il momento la Germania per la forte presenza dei Verdi nella loro vita politica ma abbiamo già sottolineato le forti compromissioni con la Russia e gli altri paesi produttori di materie prime che la vincolano anche se tutto questo non può durare a lungo sotto la spinta dell'opinione pubblica: si tratta di equivoci politici che si sono presentati per lunghi anni e che non sarà facile scalzare ma sarà necessario farlo se si vuole mantenere un livello di produttività energetica sufficiente alla nostra crescente domanda tecnologica.

Naturalmente tutto questo inserisce nella Comunità Europea elementi politici nuovi che non contraddicono quello fatto sino ad oggi ma che, anzi, possono rafforzarlo nel tentativo di costituire un nucleo europeo più forte e solidale. E' chiaro a tutti che la Comunità, in questa fase, si è molto allargata e spesso vengono a meno elementi di solidarietà politica ed economica: occorre rimediare al più presto. 

(GP)

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