Von der Leyen centro attacco, Draghi all'ala destra, Macron all'ala sinistra: via così e speriamo in bene



 Il fatto più significativo delle ultime giornate politiche non è l'attacco alla CGIL, tardo esercizio squadristico né il trionfo alle amministrative del PD di Letta ma è lo scontro violento al Parlamento Europeo tra la sig.ra Von der Leyen e il premier polacco Mateusz Morawiecki.

Com'è noto la corte costituzionale polacca ha emesso una sentenza in base alla quale i provvedimenti interni della Polonia prevalgono su quelli del Parlamento Europeo. E' un attitudine di tipo confederale, seguita anche dall'Ungheria e forse da altri Paesi dell'est Europa, che può portare a uno scompagimento dell'attuale Sistema e la Von der Leyen ha reagito con decisione. Non è un problema da poco perché nel Parlamento Europeo tutti i partiti europeisticamente moderati, cioè per esempio la Le Pen e la stessa Meloni, hanno un' attitudine nella sostanza confederale e i provvedimenti che devono essere adottati all'unanimità favoriscono evidentemente il ricatto delle minoranze: è una situazione che ha bloccato lo sviluppo europeo verso una vera e propria federazione o, come diciamo noi, verso gli Stati Uniti d'Europa. 

E' necessario a questo punto che i paesi più significativi e più determinati nella direzione di una maggiore integrazione devono secondo me dare dei segnali forti e, probabilmente, distaccarsi decisamente costituendo forse una nuova entità federale anche se non estranea a quella confederale.

La Von der Leyen sembra indirizzata su questa strada e probabilmente ha dietro la Merkel che nella sua lunga esperienza non è mai stata però così decisa come appare Ursula. La Germania è fondamentale su questo piano, più difficile sembra essere la Francia per le note ragioni nazionalistiche; ancorché la cultura francese è una cultura di tipo europeo e il popolo francese malgrado tutto sa di essere un elemento fondamentale per uno stato europeo. Gli italiani naturalmente sono divisi, la destra sembra contraria, il PD a parole è favorevole ma probabilmente senza l'iniziativa di Draghi non ci sarebbe una vera spinta europeista anche perché l'Italia è sempre stata incapace di mantenere gli impegni con la Comunità. 

I democratici e liberali italiani sono impegnati, dopo le prese di posizione polacche, ad una battaglia vera a fianco della Von der Leyen ed è questo il vero teatro politico nel quale si dovrà far valere le posizioni di una democrazia moderna e liberale: ci attendiamo che i vari Calenda, Renzi e compagnia si esprimano in fretta su questo fronte così come a Milano tutti i nostri amici che si scambiano messaggi e articoli di giornale trovino una linea chiara sulla quale imbastire anche una polemica vigorosa sapendo che la nostra città è una delle poche città italiane certamente europea.

A presto dunque.

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