Campagna elettorale

 




Con l'avvicinarsi delle elezioni comunali e, soprattutto, del "semestre bianco" si è creata una grande agitazione tra i monconi dei partiti rimasti sulla scena a contendersi il potere. In realtà la scomparsa dei partiti laici e, anche, della stessa Democrazia Cristiana ha lasciato un grande vuoto elettorale occupato volta volta da formazioni che non avevano alle loro spalle nessun bagaglio politico né culturale: per anni siamo stati governati da una classe dirigente politicamente approssimativa e per anni il nostro PIL ha continuato a scendere nel confronto con gli altri paesi d'Europa.

La grande scossa del Covid 19, che ha coinvolto tutto il mondo, ha creato una situazione nuova anche da noi e come primo fatto la nomina di un Presidente del Consiglio qualificato ed esperto, potranno seguire investimenti oculati e leggi serie e rinnovate.

Purtroppo la classe dirigente è quella che è sia dal punto di vista della Giustizia sia dal punto di vista della Politica e la confusione (le risse) che riescono a fare disturbano la ripresa del Paese: gli stessi imprenditori, noi siamo dei piccoli provinciali e vediamo forse solo l'angolo lombardo, hanno fatto cadere a Milano una candidatura che poteva avere caratteristiche analogo a quella nazionale di Draghi e che, per qualche anno, poteva garantire una ripresa serena alla nostra città. Siamo così, noi Milanesi, condannati all'offerta come sindaco di figure mediocri, talvolta semi sconosciute, tra le quali sarà difficile ritrovare una personalità valida come quelle che spesso nella storia milanese hanno occupato Palazzo Marino: qualcuno ricorda, per restare al dopoguerra, Greppi e Ferrari oppure Bucalossi e Tognoli? Ma non vorrei essere troppo melanconico come le mie infezioni gastriche mi porterebbero ad essere e sono sicuro che la città riesca a esprimere ancora una volta una figura nuova e vitale culturalmente preparata ai grandi e impegnativi lavori che si prospettano per la nuova legislatura. Un amministratore, soprattutto, aperto alle sollecitazioni dell'Europa che preme verso di noi e che noi dobbiamo cercare di raggiungere il più in fretta possibile.

Si possono fare alcune raccomandazioni: la prima è che i funzionari dell'Assolombarda, camuffati da imprenditori, si disinteressino del problema e non vengano a proporci figure inconsistenti, che l'arcivescovado si astenga da ogni iniziativa e lo raccomandi agli attivi e loquaci parroci della città, che i salotti, se ne resta ancora qualcuno, si astengano anch'essi e che tutti coloro che corrono sorridenti verso la sinistra che più di sinistra non si può sappiano che il primo principio di questa collocazione politica è quello dell'abolizione della proprietà e si apprestino, coerentemente, a lasciare alla collettività le loro case, i loro conti in banca, i loro gioielli e le loro automobili.

Una campagna elettorale, come si vede, serena e giovanile.

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