A suo tempo ho avuto l'occasione e l'onore di avere rapporti con il Cardinale Martini, Arcivescovo di Milano: uomo, per quanto vale la mia esperienza, di grandi qualità e capacità straordinarie. Gesuita, secondo le regole, quando è divenuto Vescovo non sarebbe stato più attivo nell'Ordine anche se l'Ordine ha come regola di fondo quella di essere completamente devoto e sostenitore del Papa chiunque sia nel momento storico. Il Cardinal Martini era un uomo politico molto capace e, mi è venuto da pensare, che se qualche partito politico moderno avesse avuto lui come segretario certamente avrebbe avuto, a differenza di oggi, un grande successo. Papa Wojtyla al momento del crollo del regime sovietico aveva incaricato Martini di recuperare i rapporti con il mondo degli Ortodossi ma Martini scoperse che molto più numerosi degli stessi Ortodossi erano i cattolici fino allora nascosti al regime e che, ancora adesso, risultano numerosi particolarmente nella parte occidentale de...
A Milano, la cerchia delle mura spagnole è stato uno dei pochi luoghi in Italia dove il NO ha vinto. In tutta la città la differenza tra NO e SI' è stata minima. Questi risultati confermano, ancora una volta, che la città di Milano resta, in Italia, una delle poche città europee, che reagisce alle ondate populiste, sia di destra che di sinistra. Naturalmente, tutto questo avviene per ragioni storico-sociali e non per iniziativa di gruppi o partiti. I gruppi e i partiti della democrazia liberale (parlo di +Europa, Azione, Italia Viva ecc) sono politicamente inesistenti e rifiutano una qualificazione culturale che dia loro una chiara impostazione politica: si riuniscono dietro volenterose signore, non votano documenti, organizzano micro manifestazioni, sono fortemente gelosi tra loro e non riescono a caratterizzare realmente nulla nella città. D'altronde, personaggi di vario genere cercano di sfruttare eventuali possibilità per essere eletti da qualche parte, non importa qual...
Nella mia modesta ma lunga esperienza di vita politica, sono sempre stato su una posizione differente, spesso contraria, a Roberto Formigoni. Già subito da quando vantava, con una mia amica giornalista, la verginità e si prefiggeva di restare tale. Poi quando, forse cambiata idea, si trascinava dietro con ruolo non chiaro una bella ragazza nera. Poi, più politicamente, quando indebolì il Servizio Sanitario pubblico a vantaggio di quello privato, pur raggiungendo risultati molto avanzati. Risultati però, che, al momento della pandemia, cioè della malattia di massa, diventarono non inutili ma marginali per una situazione che sconvolgeva non già i tradizionali sistemi sanitari ma tutta la società, soprattutto quella lombarda, che risultò impreparata. Oggi me lo trovo spalla a spalla (spero con la mascherina) alla manifestazione contro il referendum, in difesa dei valori costituzionali contro il discredito del Parlamento di cui, peraltro, lui stesso non è mai stato una colonna...
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