Philippe

 E' morto Philippe Daverio

Il generale McArthur diceva che una delle fregature della guerra è che muoiono sempre i migliori. Anche nella vita succede spesso così e per molti che potrebbero senza gran danno togliersi di mezzo, invece, vengono a mancare coloro che danno e potrebbero ancora dare un contributo, per esempio, alla storia culturale: dico questo pensando al mio amico Philippe Daverio, mancato oggi, persona di grande vitalità intellettuale e che certamente avrebbe potuto ancora dare il suo contributo originale, perché no, allegro e intellettualmente corretto.

Philippe aveva una cultura europea, che gli derivava anche dalle sue origini alsaziane, e questo lo portava a giudicare quasi sempre, infatti, le cose con un giudizio che prescindeva da quello strettamente italiano. Cioè era un vero cittadino europeo, espressione di una nuova etnia unificata. Non aveva bisogno di avere una posizione politica per essere un riferimento, naturalmente con uno sguardo più sugli aspetti culturali che non sociopolitici. 

Voglio qui ricordare, prima di lasciarlo al mio personale melanconico rimpianto, un'operazione culturale fatta da lui a Milano a Villa Simonetta, con l'esecuzione di "Vexations" di Erik Satie: quest'opera per pianoforte solo, che può durare anche 24 ore, composta dallo stesso tema di 60 secondi, dev'essere suonata da decine per non dire centinaia di persone, sia pianisti illustri e professionisti, sia studenti alle prime armi, sia dilettanti di ogni genere, che si alternano, perché in questo modo la musica, secondo Satie, ritrova continuamente una nuova espressione e un nuovo modo di essere. E' un'operazione culturalmente molto forte a cui la città, ovviamente, diede poca importanza e non riuscì a capire, ma che rimane, secondo me, un capitolo molto importante della storia culturale di Milano e del suo promotore Philippe, anche perché poche città nel mondo, escludendo Parigi, sono riuscite a eseguire "Vexations".

Spero sarà ricordato non enfaticamente ma secondo gli schemi di un'originalità intellettuale che lo distinguono dai molti buffoni della vita culturale e artistica che hanno bisogno di gesti plateali per attrarre su di sé, non sulle opere presentate, l'attenzione.


(G.P.)





N. ord. 5





Commenti

  1. Grazie giacomo dello splendido partecipato articolo che da risalto alla personalità del tuo amico philippe daverio e mette in luce le tue doti di scrittore e saggista. Attendo come sicuramente altre persone di leggere altre tue riflessioni.

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    1. Le riceverai sicuramente seguendo il mio blog. Grazie per le belle parole.

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  2. grazie per quanto ha voluto farci condividere nel ricordo del caro Daverio

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