Rinascerà l'IRI?

La improvvisa pioggia di miliardi che ha investito l'Italia in seguito alle decisioni europee del Recovery Fund ha creato nel mondo politico e burocratico del Paese uno stato pericoloso di euforia. Il Presidente del Consiglio ha ottenuto in Parlamento un grande e generale applauso ma naturalmente su tutta la vicenda c'entrava poco perchè il piano dei finanziamenti è stato prodotto e sostenuto dal Presidente francese Macron e, soprattutto, dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel. Senza la loro intesa da tempo messa a punto, naturalmente in assenza del Presidente italiano, nulla sarebbe stato possibile soprattutto in relazione alla nascita degli eurobond che sono la vera conquista europeista del momento. Si tratta ora di spendere bene questi soldi vincolati dal controllo degli Enti Europei. Il Presidente del Consiglio ha subito proposto la costituzione di una commisione ad hoc che dipenderebbe da lui e, di fatto, sostituirebbe il governo e i suoi ministri con la differenza che non potrebbe sfiduciarlo: è una visione bonariamente amministrativa del problema che contiene, secondo me, persino qualche elemento di incostituzionalità.

Il Presidente americano Roosevelt negli anni '30 in una situazione analoga istituì la Tennessee Valley Authority che ispirò ai finanzieri italiani Beneduce e Menichella la costituzione dell'IRI. Tale operazione salvò l'industria italiana nella grave crisi internazionale dell'epoca. Mussolini, che ignorava tutto dell'economia, era però un furbone (aimè come si vide in seguito troppo furbo) e avallò l'operazione di costituzione dell'IRI che durò fino agli anni '90 del secolo passato.

La Fondazione La Malfa propone per oggi una soluzione simile ma limitata nel tempo cioè senza trascinamenti politici e clientelari come avvenne talvolta nel tardo dopoguerra quando l'IRI era nelle paffute mani dei demoscristiani.

Tutto questo sarà molto difficile che si realizzi data la qualità della classe dirigente attuale certamente inferiore nel campo economico di quella, di derivazione ancora liberale, esistente in Italia negli anni '30.

Dunque la speranza è tanta per una ripresa del nostro Paese che decade da decenni ma la lettura di Max Weter ci ha insegnato che dietro alle idee devono esserci gli uomini, o meglio, le classi dirigenti: e qui cade l'asino.

(G.P.)









N. ord. 1

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