I lupi a Capalbio

Cacciatore in balìa di un branco di lupi: salvato dopo oltre due ...

Che idea sia stata da parte del WWF di immettere questo inverno nella Maremma di Capalbio un certo numero di lupi è tutta da discutere. Famigliole borghesi che hanno affittato graziose casette nei pressi della macchia, con compagnia di cagnetti ringhiosi, bambini allegri e petulanti, filippini impassibili e nonne scarmigliate e preoccupatissime, sono messe a forte rischio, divise dai feroci animali solo da un recinto di mezzo metro, percorso da una corrente elettrica a bassa intensità. Due cani sono stati già sbranati.

Non che a Capalbio non si conoscessero i lupi. Non parlo di questi, che erano scomparsi dall'Ottocento, ma di quelli ben più feroci e pericolosi a due gambe, capaci rapidamente di distruggere un'immagine e una politica.

Oggi, una parte di questi lupoidi cristiani è in difficoltà, in forte difficoltà, per via del Coronavirus, che produce il lockdown e impedisce le concentrazioni: è lo Spettacolo che ha subito maggiormente i danni del Covid, e sulle spiagge di Capalbio, assolutamente insensibili ai lupi, attrici, attori, gente della televisione, fotografi eccetera, si rincorrono l'un l'altro, formando gruppi che rapidamente si sciolgono per riformarsi poco dopo e per parlare sempre degli stessi problemi: cosa farà Cicutto, alla presidenza della Biennale? E il suo compagno da più di quarant'anni, il grande regista di teatro Maccarinelli, che spazio portà avere? Diminuiranno gli affitti delle case della società SACRA vicini e quasi affondati nella macchia? Ruth Shammah, con i suoi due tir predisposti per spettacoli all'aperto, riuscirà a realizzare qualcosa? Per il momento, si dice, ha preso due giovani, che non paga, ma avrà i costi dei tecnici e della benzina. D'altra parte, sui bordi della piscina del Teatro Parenti, alla fine della giornata, si realizzano opere liriche in “sintetico”. C'è il rischio che qualcuno cada in acqua, ma, in compenso, durano meno di un'ora. I bagnanti non pagano.

Il brutto è che gli spettatori non pagano più da nessuna parte, che devono essere pochi e radi e le sale devono essere sanificate e puzzare di disinfettante. Che ne sarà del Teatro e dell'Arte italiana?

Nel frattempo anche sulle sponde del Tirreno cala la sera e poi la notte, il suono delle balere di un tempo non c'è più ed è sostituito dai lunghi e incubosi ululati dei lupi del WWF.

All'uscita dalla macchia, ci sono i resti sbranati di un cinghialetto e un altro piccolo cinghialetto grazioso e terrorizzato, avendo perso la madre, scappa nei campi senza sapere dove andare.

(G.P.)



N. ord. 4


Commenti

  1. Sempre piacevole questo tuo immaginario pessimista ma molto poetico.
    Lasciamoli scorrazzare i lupi veri. Chissà che non possano dare una lezione di stile a quelle loro scadenti copie a due zampe.

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